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  • Immagine del redattoreAlice Fava

GENITORI - FIGLI - SCUOLA

Da quello che leggo, sento e vedo, noto spesso la presenza di troppe aspettative.

Aspettative verso i figli, verso la scuola e verso sè stessi come genitori.


I bambini e le bambine sono persone a tutto tondo, esseri umani con il proprio temperamento e con il carattere in via di formazione. Proprio come succede per noi adulti, sbagliano e lo fanno soprattutto perché stanno imparando a capire chi sono, chi siete voi, com'è il mondo esterno all'ambiente familiare e come/cosa è bene fare per viverci dentro. Quindi è bene rispettarli per quello che sono, per chi sono, rassicurandoli ed affiancadoli nelle loro avventure quotidiane.

In certe occasioni non andrà tutto come vorrete voi, come avevate pensato e sperato che andasse, ma ciò non significa che i vostri figli "non vadano bene" o che voi non siate capaci. Vuole dire che state assistendo alla formazione di un individuo.


Allo stesso modo, i genitori sono persone proprio come i bambini, non sono Supereroi e non sono perfetti. È da tenere in conto che non si farà sempre la cosa opportuna, "corretta", e per questo è bene imparare a perdonarsi altrimenti si finirà per colpevolizzarsi, ponendo così l'attenzione e le proprie energie su un pensiero negativo. Sarebbe invece più proficuo mettere la concentrazione sul come migliorarsi, su quali strategie poter utilizzare, vedendo così gli errori come nuovi punti di partenza.

I figli non sono in debito con voi e voi non lo siete nei loro confronti.

Siete, molto semplicemente, persone che percorranno un bel tratto di vita insieme durante il quale ci potranno essere momenti di alti e bassi sia a livello individuale che familiare, ma l'importante è supportarsi e rispettarsi a vicenda per rendere il tutto più piacevole e benefico.


A sua volta la scuola è formata da persone quindi, come potrete dedurre, anche all'interno di questa agenzia educativa ci potranno essere mancanze e difficoltà, ma un atteggiamento che potrebbe semplificare suddette criticità è la fiducia. I genitori dovrebbero riporla nei confronti degli insegnati affiancando ad essa comportamenti collaborativi ; e la scuola da parte sua dovrebbe mobilitarsi nel cercare di coinvolgere le famiglie.

Così facendo, lavorando uno a fianco all'altro e ognuno con il proprio ruolo, si aiuterebbero gli allievi a dare il meglio di sé.


"Il compito dei genitori è essenzialmente il privilegio (ed in verità si dovrebbe considerare un privilegio divino) di permettere ad un' anima di entrare in contatto col mondo al fine di evolversi. Se ben compresa, non vi è probabilmente opportunità più grande offerta all'uomo: essere l'agente della nascita fisica di un'anima ed avere la guida della giovane personalità durante i primi anni della sua esistenza terrena. I genitori devono sforzarsi di dare un orientamento spirituale, mentale e fisico al nuovo venuto senza tuttavia scordare che quel piccolo è un' anima individuale venuta qui per acquisire esperienza e conoscenza lungo il suo cammino, secondo le direttive del suo Io Superiore, e lasciargli spazio libero per svilupparsi senza ostacoli."

Edward Bach


La scuola, dopo la famiglia, è il secondo luogo di socializzazione e formazione. Fornisce strumenti per la crescita culturale, psicologica, sociale che accrescono l'autonomia e la responsabilità di bambini e adoloscenti.


L'obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto.

Jena Piaget


In conclusione, avere aspettative esagerate nei confronti dei figli, della scuola e verso sé stessi non porta a nulla di positivo e propositivo anzi, rischia di sfociare in lotte nocive basate sull'iperprotezione e sull'onnipresenza.

Per evitare tutto ciò sarebbe bene:

- cercare di capire e mantenere il proprio ruolo;

- essere presenti in modo autorevole (non autoritario);

- essere disponibili;

- prestare il proprio ascolto attivo e non giudicante nei confronti di chi ci si trova davanti (adulto, bambino o adolescente che sia);


Questi capisaldi vanno poi sempre affiancati ai motori della buona convivenza, cioè il rispetto e l'empatia.



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