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  • Immagine del redattoreAlice Fava

ISPIRATI DALLA NATURA

Aggiornamento: 2 apr 2020

Che gli animali ci insegnino sempre qualcosa, penso che l’abbiamo compreso tutti.

Però, in questo caso specifico, andremo a vedere come essi possano essere delle muse ispiratrici in un campo che solitamente vediamo distante da quello animale, cioè l’ingegneria.

L’umano spesso si affida ad una visione antropocentrica la quale, però, si è notato essere limitante a sé stessa. Solamente utilizzando una visione più ampia nella quale ci riconosciamo membri di un grande ecosistema che ci colloca alla pari degli altri esseri viventi, possiamo imparare per migliorarci al fine di vivere meglio e aiutare l’ambiente circostante.

A livello fisico siamo più limitati rispetto ad altre specie; per esempio, il nostro occhio ha un’acutezza quattro volte minore rispetto a quella del falco pellegrino, il nostro olfatto è meno potente rispetto a quello delle talpe, oppure l’udito e il gusto sono superati da quello dei gufi e dei panda minori.

Mark Denny e Alan McFadzean nel libro L’ingegneria degli animali affermano:

«Persino le nostre più elaborate protesi tecnologiche, come quelle concepite per il volo, sembrano solo pallide imitazioni di congegni ingegneristici e cognitivi preesistenti: basti pensare all'ossatura robusta e leggera degli pteranodonti, capolavori di aerodinamica di ottanta milioni di anni fa; al «veleggiamento dinamico» degli albatri, che permette di coprire lunghissime distanze con un minimo dispendio di energia; o all'orientamento nei colombi, «piattaforme volanti di rilevazione a distanza» dotate di strumentazione per la navigazione celeste, ricevitori acustici a banda larga, sensori di campo magnetico»


Ed è così che negli ultimi anni, osservando sempre più attentamente la natura, la robotica ha creato veri e propri animali robot, ma attenzione non si tratta di giochi (esistono anche quelli) bensì di creazioni che hanno spesso nobili scopi.

Possiamo trovare una medusa grande pochi millimetri e soffice che può essere comandata senza fili ed è in grado di nuotare, scavare, trasportare oggetti. E’ nata per essere utilizzata nel settore biomedicale e per il monitoraggio dell’ambiente; inoltre, sarà un modello di studio per approfondire la reazione delle meduse ai cambiamenti ambientali.










Un altro robot che si fa delle importanti nuotate è il Crab Robot, un ambientalista convinto che cattura la plastica che si deposita sui fondali marini.






Mentre RoboBee, della famiglia degli insetti, è un mini drone dal peso di un decimo di grammo che si comporta come un’ape. Potrebbe essere utilizzato nelle operazioni di salvataggio in casi di terremoto e altre calamità naturali, per il monitoraggio climatico e per l’impollinazione artificiale dei fiori.










Ma per non farsi mancare niente arriva Erle Spider, piccolo drone che non vola, ma ha sei zampe molto flessibili che lo aiutano ad aggirare gli ostacoli ed entrare in zone difficili per l’uomo, come tubi, miniere e pozzi.

Sempre in relazione a terreni disastrati e disconnessi c’è Big Dog, un cane robotizzato già usato dai marines in attività di perlustrazione, capace di camminare su terreni accidentati, di percorrere fino a 32 km in completa autonomia e trasportare materiali fino a 180 chili.















Ma uno dei miei robot preferiti è Shelly, una tartaruga che si fa rispettare.

Entrando in relazione con lei, bambini e bambine, imparano a trattare questi mezzi tecnologici con delicatezza e attenzione, controllando i propri gesti e abilità. Appena percepisce un minimo di prepotenza, Shelly fa rientrare la testa dentro il suo carapace, mentre se riconosce sensibilità e impegno, gioca con loro e rivela la sua felicità illuminandosi.










 

Per chiudere in bellezza vorrei porre lo sguardo un po’ più in là, verso l’ingegneria come campo olistico nel quale il problema viene trattato come momento di interazione dei vari saperi dell’ingegneria stessa. Ed è proprio in questi casi che gli animali e la natura non vengono visti solamente come insegnanti di capacità, ma anche come esseri che possono aver bisogno di un aiuto da parte dell’umano e della tecnologia.

Lo scambio reciproco fa sì che ingegneri meccanici, in collaborazione con veterinari, riescano a costruire protesi ortopediche utilizzando i materiali più idonei e l’architettura migliore per il benefico del paziente.










Chi ha la fortuna di vivere con un cane o gatto (o anche altri animali) conoscerà sicuramente il microcip inserito sotto la cute dell’animale per monitorare i suoi spostamenti. Strumento che vede lavorare spalla contro spalla ingegneri elettronici, informatici e, in casi specifici, anche con ingegneri delle telecomunicazioni (es. per monitorare le migrazione delle balene).









Non può mancare il campo degli ingegneri civili che in Australia, per la precisione a Christmas Island, hanno costruito ponti e sottopassaggi per rendere la migrazione dei granchi rossi (Gecarcoidea natalis), che si spostano dalla foresta alla costa per riprodursi e deporre uova, più sicura e protetta.









Infine, come ormai tutti ben sappiamo, il cambiamento climatico che stiamo attraversando influenza moltissime specie viventi. Dalla cooperazione tra ingegneri aerospaziali e ambientali, scaturisce un accurato monitoraggio sulla complicata trasformazione che tutto il pianeta sta vivendo.

 

Allora, cosa aspettiamo?! Pronti, partenza, Via!!! Contaminazione degli ambiti, scambio reciproco e ascolto sono solo alcuni degli ingredienti che io e la mia amica La Tata Robotica utilizziamo per mescolarci ed imparare reciprocamente.

Ed ecco qua, fresco fresco, un esempio di professionista che sposa il nostro spirito, infatti nella creazione di questo articolo si è messa in gioco e a disposizione Giovanna, Profumo d'Arte, illustratrice che porta la sua creatività e positività in tutto ciò che fa.

 

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